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Il castello di Chora

Il monumento caratteristico dell’isola è il castello di Chora! Il Castello-Fortezza è stato costruito nel XIII secolo circa quando a Citera c’era il dominio veneziano. Dall’ “occhio di Creta” come lo chiamano a causa della sua posizione, si può vedere contemporaneamente il movimento delle navi ai tre mari, al mar Ionio, al mar Egeo e al mare Cretese. È stato costruito in varie fasi della storia ma la maggior parte, insieme alla facciata, è stata costruita nel 1503 dai veneti che lo ripararono. Nell’entrata del castello c’è un tunnel o fossa! Su questo muro c’era il leone di San Marco, l’emblema dei veneti che è stato distrutto insieme al Libro della Nobiltà e i blasoni nel 1797 dai francesi. Dopo l’entrata e alla parte sinistra vediamo le galere e un po’ più su a destra la grande cisterna a volti del periodo veneziano. Inoltre nel castello si vedono delle case demolite a due piani, perchè 200 anni fa nel castello vivevano 200 persone, l’ultima partì nel periodo dell’occupazione . 30 m più avanti vediamo il ripostiglio dove conservavano la polvere da sparo e accanto il tempio di Pantokratora (di Dio pantocratore) che è pieno di affreschi. Davanti il tempio c’è la vecchia sede del comando dove ora c’è l’archivio storico di Citera. Camminando sotto la sede del comando dentro una grande fossa arriviamo alla piazza della sede del comando dove c’è una chiesa grande del XVI secolo, all’inizio era una chiesa cattolica “la Madonna dei Latini” ma nel 1806 è stata inaugurata come una chiesa ortodossa dedicata a Myrtidiotissa. Accanto, c’è “La Madonna degli Orfani” che conservava l’icona e i cimeli del monastero di Agarathou di Eraclio per 300 anni, nel periodo che Creta era sotto il dominio dei turchi. Lì conservavano anche l’icona della Myrtidiotissa quando i pirati facevano tante invasioni. Nel 1842 l’icona è tornata al monastero di Myrtidia e al castello rimasse una copia del 1844. Fuori dalla fortezza verso la parte nord ci sono tante chiese e case. Il castello ha tanti canoni dal periodo dei veneti, dei russo-turchi e degli inglesi. Sull’icona, alla parte di sotto, vengono rappresentati due miracoli che hanno da fare con il castello. Il primo ha da fare con la nave che portava da Creta il metallo con il quale avrebbero rivestito l’icona e che si è messa in pericolo dai pirati. Il secondo ha da fare con il fulmine che è caduto sul castello nel 1829, è passato davanti l’icona dal ripostiglio con la polvere da sparo e non è successo niente.

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